Questione di dislivelli

A Genova, è tutta una questione di dislivelli.
Noi scendiamo per andare a scuola e saliamo per tornare a casa.
Quando ci incontriamo con gli amici è tutto un “Salgo io o scendi tu?”. Come se avessimo una livella interiore e un neurone predisposto a controllare di continuo come si muova la bolla, per ridimensionare l’entità della differenza, rendere giustizia all’altitudine e relativizzare la propria posizione. C’è sempre qualcuno che sta più in alto di te.
Oppure devi scendere e poi salire e poi riscendere e magari nuovamente salire.
La livella interiore si confonde un po’, ma poi il verdetto è chiarissimo: “Guarda che state allo stesso livello”. Solo con i vicini più strettissimi, quelli per cui devi praticamente varcare solo un cancelletto o fare pochi passi, ti azzardi a usare un “Venite voi o veniamo noi?”. E ti pare di stare in mezzo alla Pianura Padana, se non devi scendere né salire.
E così, tra un dislivello e l’altro, Genova ti regala anche questo: il senso della fatica, di sentirsi sballottati, di dover raggiungere solo cose difficili da raggiungere. Ma questo non le rende meno belle. Anzi.

Rispondi