Le mie amiche

Le mie amiche si siedono intorno al tavolino della trattoria dove abbiamo deciso di pranzare, in modo da stare insieme qualche ora.
Le guardo una a una: siamo così diverse.
Proveniamo da storie diverse, a volte quasi opposte, che a guardarci uno potrebbe chiedersi cosa ci tenga unite.
Eppure ci basta davvero poco, un secondo, e il secondo dopo condividiamo tutto, senza argini: le sciocchezze che fanno ridere, le piccole incomprensioni di tutti i giorni, le sorprese più belle, quelle dell’ultimo secondo, e i dolori che ci trasciniamo dentro da sempre.
Ridiamo, ci abbracciamo tra un caffè e l’altro, ci commuoviamo, cuciniamo insieme, spegniamo candeline, la vita scivola via con una velocità che spesso ci coglie impreparate, ce ne lamentiamo, di questa età tiranna, che ci fa sentire eterne ventenni quando il calendario dice altro, e ci diamo un appuntamento immaginario, alla prossima volta, che vorremmo fosse il giorno dopo, ma non ci riusciamo mai, siamo tutte incasinate, sempre in corsa dietro a figli, nonni, genitori, lavoro, spesa, uomini.
Mi viene la malinconia, quando ci salutiamo, vorrei raccogliere un po’ di tutte loro, della loro diversità, metterla in un cassetto speciale e tirarla fuori nei momenti no e anche in quelli sì.
Sono la mia nicchia, la tana calda e confortevole pronta per il lungo inverno. 

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